… dall’incontro con il Sig. Goruppi - 15 gennaio 2019
IC “U. Foscolo” Vescovato - Scuola secondaria I grado di Vescovato
classi 3C 3A 3B

Oggi 15 gennaio 2019, noi alunni delle classi terze di Vescovato, Levata e Ostiano dell'Istituto Comprensivo “Ugo Foscolo” di Vescovato, abbiamo partecipato a un incontro tenuto dal  Sig. Goruppi.
Secondo me è stata una giornata indimenticabile e molto intensa. Il racconto è stato molto toccante e mi ha fatto riflettere sulle esperienze vissute in quel periodo, cioè le torture che hanno dovuto subire i deportati politici e gli Ebrei nei lager. A mio parere, ascoltare una persona che ha vissuto la realtà dei campi di concentramento, è stato molto emozionante… mi ha fatto capire che cosa hanno sopportato queste persone. 

Nelle sue parole non c'è odio. Goruppi si è spiegato molto bene. Nel suo racconto parlava solo di sé e non di altri, raccontando la sua vita e le sue sofferenze.Mi ha colpito molto il fatto che sembra sia accaduto “ieri”. 
Ci ha detto anche che l’odio verso le persone non porta a niente: ‘Non odiate perché l’odio è la cosa più brutta’. Dobbiamo quindi cercare sempre il modo di comunicare e di parlare per trovare una soluzione che vada bene a tutti. Cerchiamo, allora, di non ripetere quello che è successo in passato e di non ripeterlo in futuro, perché, come ha detto con forza, noi giovani siamo il futuro.

Vanessa Bertoletti, 3C

 

Il particolare che mi ha colpito di più era la voce di Goruppi, anche se piena d’emozione e un po’ rauca, non aveva mai smesso di raccontare, come se ciò fosse accaduto non molto tempo fa. Secondo me si dovrebbe provare ammirazione verso quest’uomo che non prova alcun rancore o sentimento negativo verso nessuno dei nazisti, almeno così mi è parso. Ora si ritiene un uomo fortunato con un figlio e due nipotine. Alla fine dell’incontro il Sig.Goruppi ha invitato i giovani a non odiare- perché l’ odio porta solo ad altro odio, ma a dialogare, parlare e discutere perché –ha detto, rivolgendosi a noi ragazzi- siamo noi il futuro. 

Yasmine Brocchieri, 3C

 

Le parole che mi hanno colpito: Dialogate, parlate, discutete, perché si arriva sempre ad una soluzione, ma non odiate mai! 

Yasmine Taos, 3C

  

Goruppi ci ha fatto capire il disprezzo che i Tedeschi avevano contro gli Ebrei e tutte le persone “diverse”, ma ci ha fatto capire anche che non bisogna mai perdere la speranza e …non arrendersi mai!

Stefano Buscema, 3C

 

Mi ha colpito molto questa testimonianza perché mi ha fatto capire quanto sia stata terribile la sua esperienza nei campi di concentramento. Anche se la sua voce era rauca, bassa e tremolante ci ha raccontato con forza che l’odio verso le persone non porta a niente, dobbiamo invece trovare sempre il modo di confrontarci e parlare per trovare una soluzione che vada bene a tutti. E concordo pienamente con il suo consiglio: Ragazzi, dialogate. L’odio porta a tutto ciò.

Sofia Cominetti, 3C

 

Un ricordo particolare del Sig. Goruppi, che ha voluto condividere con noi, è stato il momento in cui un suo amico del campo gli ha detto: ‘Trieste, tu quando verrai da me dopo la liberazione mangeremo due tacchini grandi così (…ha allargato le braccia il poverino e non ce l’ha fatta dopo tutto quel dolore…). 
…Il Sig. Goruppi si ricorda in particolare di un soldato di colore americano a cui deve la propria vita. Il Sig. Goruppi ci ha anche raccontato dei momenti che ha passato dopo tutto questo orrore; la sera aveva incubi terribili e ci ha messo dieci anni per riprendersi e riuscire a ricordare... Aveva anche deciso di non volersi sposare, ma poi ha trovato la donna della sua vita con cui è sposato, hanno  avuto un figlio e anche dei nipoti.
Un ricordo di questo incontro che mi terrò dentro è sicuramente che non bisogna avere odio nei confronti di nessuno, l’odio porta solo ad altro odio. Questa storia sembra un po’ quella dei film, ma purtroppo è una durissima verità che, per fortuna, per il nostro protagonista, si è risolta in un modo bello!

Adriana Lalic, 3C

 

Per me è stata un’occasione preziosa sentire parlare dal vivo una persona che ha sofferto tanto in passato, ma che è riuscita a superare con tanta dignità la sua enorme tragedia portando fino a noi la sua esperienza, che ci ha fatto profondamente riflettere! Èstato un uomo molto fortunato ad avere trovato una persona gentilissima, un americano, che lo ha salvato quando stava per morire. 

Mariavittoria Galli, 3C

 

Grazie a quest’incontro ho imparato a conoscere aspetti del nazifascismo che prima mi erano sconosciuti; fatti che, essendo stati raccontati da una persona che li ha vissuti in prima persona,hanno reso in modo chiaro l'idea della terribile vita che molti esseri umani hanno dovuto sopportare. Coloro che sono riusciti a sopravvivere hanno avuto una fortuna immensa,  anche se la loro  vita è stata segnata in maniera indelebile. Durante il racconto ho provato diverse sensazioni. Di tristezza, per le crudeltà che l'essere umano è riuscito a fare. Di malinconia, per le persone che sono state deportate insieme alle loro famiglie e alcune delle quali sono tornate senza più nessuno. Di disperazione, quando ho provato a  concepire gli stati d'animo dei prigionieri, che  sono sprofondati in un mare di infelicità quando sono entrati in quell’inferno. In me non si sono creati solo sentimenti tristi, ma anche il sentimento del coraggio, che mi fa sperare che quanto è avvenuto non avvenga un’altra volta;  il senso di sollievo, che è seguito dopo la  fine di questa terribile guerra… Anche se penso che nessuno riuscirà mai a cancellare quello che poche persone al comando sono riuscite a scatenare nel Mondo!

Matteo Galli, 3C

 

 Questo incontro mi ha colpito molto, ma soprattutto mi ha donato molte emozioni. Il Sig. Goruppi ha, purtroppo, subito delle torture terribili, che hanno segnato per sempre il resto della sua vita!

Sentendo il racconto ho provato molta tristezza e disgusto verso persone così crudeli che hanno fatto passare le pene dell’inferno a un loro “fratello” e ad altri milioni di persone, assolutamente innocenti. Il messaggio del Sig. Goruppi è quello di non odiare. Noi ragazzi, che rappresentiamo il futuro, dobbiamo dire di no all’odio e all’indifferenza. Dobbiamo far risvegliare le anime dei nostri coetanei e, perché no, anche degli adulti affinché tragedie simili non si ripetano.

Francesca Ragazzini, 3C

 

Il Signor. Goruppi è venuto da Trieste fino a Cremona per incontrarci.
Quest’incontro mi ha fatto riflettere molto perché io queste storie le ho sempre lette dai libri, invece a scuola ho avuto modo, insieme ai miei compagni, di sentirle dalla viva voce di Goruppi, che le diceva con molta espressività proprio per farci capire. Mi chiedo come l'uomo possa aver fatto quelle atrocità orrende ed indescrivibili verso un altro uomo.
Sono rimasto stupito da come l'INDIFFERENZA e la cattiveria possano aver causato tutto ciò, perché se l'uomo a quell'epoca non fosse stato così tanto indifferente e cattivo queste atrocità non sarebbero state compiute.

Riccardo Sartori, 3C

 

Per me è stato utile l’incontro con il Sig. Goruppi perché ci ha fatto capire come ha vissuto quel momento della sua vita. Ci ha anche detto di chiarire con le persone, ma non bisogna mai odiare perché l’odio porta alla guerra e la guerra porta alla distruzione e alla morte. Sono contento di aver avuto la possibilità di ascoltare la sua testimonianza.

Manuel Basellini, 3C

 

Il signor Riccardo Goruppi, sopravvissuto ai campi di concentramento per "fortuna", come ha ripetuto più volte durante la mattinata, ha regalato ai ragazzi della scuola media emozioni uniche, raccontando la sua storia e tutte le sue deportazioni, da Dachau ai sottocampi ad esso collegati.  

Mariastella Baetta, 3B

 

Dobbiamo ringraziare il signor Goruppi perché, da quanto ha riferito, ha percorso molta strada per arrivare fin qui, da noi. È stato un incontro molto interessante sotto molti aspetti, in particolare mi ha colpito molto il fatto che sia riuscito a trasmetterci tante sensazioni assai forti. 

Matthias Ceravolo, 3B

 

Quando il signor Goruppi ha iniziato a raccontare la sua storia, mi sono sentita un dolore venire dal mio cuore, un peso inspiegabile che non avevo mai provato prima. 

Mirea Puocci, 3A

 

Mentre il sig. Goruppi era seduto su quella sedia, a scuola, e raccontava tutto, ma proprio tutto quello che aveva passato, pensavo a come sarei potuta stare io in quelle condizioni, cosa avrei fatto, se sarei sopravvissuta; immaginavo le scene ogni volta che diceva qualcosa. Mi viene da pensare come abbia fatto a sopportare di non vedere suo padre, pur essendo nello stesso luogo: io sarei impazzita non vedendolo.
Provavo tristezza, rabbia, fastidio per quello che ha dovuto sopportare a sedici anni, perché ha dovuto vivere la sua giovinezza in un inferno, anzi, l'inferno non è niente al confronto.  […] Il signor Riccardo Goruppi, nonostante la sua paura, ha dimostrato coraggio, forza e non si è mai arreso. […] Ho provato a immaginare per la prima volta tutto e ho provato forti emozioni, che non avrei mai pensato. Sono stata fortunata ad aver avuto la possibilità di ascoltare dal vivo un sopravvissuto, infatti lo ringrazio per avermi fatto il regalo di essere venuto a scuola e avermi fatto sapere quello che gli è accaduto. Alla mia età sono più consapevole: ho solo tredici anni.  

 Eleonora Demasi, 3A

 

Il signor Goruppi ha raccontato la terribile esperienza della deportazione insieme al padre. Ha descritto, così come le ha vissute, le spaventose condizioni della prigionia: il lavoro massacrante, la fame e il trattamento disumano che "spettava" ai deportati. Nonostante questo, ha deciso di portare la sua testimonianza di quegli anni tremendi per far capire ai giovani che l'odio porta solo altro odio. Ci ha raccontato i fatti con semplicità e chiarezza e nelle sue parole non c'era odio, anche se ci sono voluti anni, per lui, per tornare ad essere una persona normale, dopo tutto quello che aveva subito. Mentre ascoltavo il signor Goruppi, ho pensato che si può leggere, studiare sui libri di Storia, ma sentire la testimonianza dalla bocca di un sopravvissuto è tutta un'altra cosa: ti rimane impressa nella mente e non la dimentichi più. 

Niccolò Leni, 3A

 

Le SS si divertivano – ha testimoniato il signor Goruppi – nel veder soffrire i prigionieri. 
A questo punto una domanda sorge spontanea: “Ma come si fa? Ma come si fa ad avere dentro di sé una tale rabbia, una tale cattiveria?”.
Ecco, io questo non me lo so proprio spiegare. È come essere travolti da una bufera di vento di cui non si conosce la provenienza. 
I prigionieri non erano più uomini. Erano dei corpi vaganti senza una casa. Esseri senza significato, destinati alla morte.
Io penso che non ci siano parole di fronte a queste ingiustizie, a queste cattiverie che innocenti hanno dovuto subire.
L’odio e la rabbia sono un brutto luogo di cui nessuno dovrebbe conoscere l’esistenza, di cui nessuno dovrebbe avere la chiave per entrarvi. 

Chiara Ghiraldi, 3A

 

Io sono rimasto molto colpito dall'incontro con il signor Goruppi riguardo al suo terribile ricordo dei campi di concentramento nazisti. Nell'ascoltare le sue parole provavo ad immaginare le scene che ha vissuto Riccardo poco meno di ottant'anni fa, e ogni maledettissimo secondo che passava, vedevo immagini strazianti, rivoltanti. Nonostante tutto, il signor Goruppi è riuscito a raccontarci la sua esperienza con piena sincerità, in tutti i dettagli: da quando è stato catturato e portato nei campi a quando, fortunatamente, ne è uscito vivo. La parte del suo incredibile racconto che mi ha particolarmente impressionato è stata quando ha parlato delle condizioni in cui i deportati venivano utilizzati come oggetti e maltrattati.
Questo racconto mi ha fatto riflettere molto intensamente sui metodi disumani con cui venivano trattati gli ebrei, i partigiani, gli omosessuali, … nell'era nazista e fascista. La domanda che mi balzava più frequentemente in testa era: perché? Perché proprio a loro? Non dovrebbero avere tutti gli stessi diritti? 

Samuele Manara, 3A

 

Dopo che ho sentito parlare un uomo che ha vissuto nei campi di concentramento, sono rimasta stupita, ma nello stesso tempo delusa del fatto che al mondo ci siano degli uomini che devono far soffrire altri uomini. 

Sofia Pastorio, 3B

 

Durante questo incredibile incontro ho avuto i brividi, perché sentire questo tipo di storia ti fa veramente capire quanto le persone possono odiare.

Luigi Puocci, 3B

 

Mentre il signor Goruppi raccontava, si sentiva l'emozione che provava e anche forse un po' di paura. Tutti gli studenti sono rimasti molto colpiti dal suo racconto e nell'Auditorium regnava il silenzio. Io stesso sono stato ad ascoltare con la pelle d'oca e sono rimasto molto impressionato dalle cattiverie che ha dovuto subire. 

Juri Cavalli, 3B

 

Il racconto di Goruppi ha suscitato in me una profonda pena perché nessuno mi aveva mai raccontato questo argomento in modo così crudo. Mi sembra impossibile credere che delle persone abbiano potuto compiere atti così terribili nei confronti di altri esseri umani. Il signor Goruppi è la prova vivente che questo è realmente accaduto e, per fare in modo che non si ripetano più simili orrori, non dobbiamo dimenticare. 

Simone Bonini, 3B

 

Sono rimasta molto sorpresa dalla lucidità del signor Riccardo Goruppi. Pur essendo un anziano, che ha vissuto una simile tragedia, è riuscito a coinvolgere tutti con la testimonianza della sua dolorosa esperienza. Le ultime parole che ha esclamato Goruppi mi hanno colpito ed erano: "Parlate, ma non odiate!" 

Martina Lerose, 3B

 

 Queste ore passate con il signor Goruppi non mi hanno sicuramente lasciata indifferente. Prima di questa occasione ero molto curiosa di sapere come passavano le giornate le persone in questi campi, e come soprattutto cercavano di distrarsi da quell'inferno. Secondo me dal passato si dovrebbe imparare sempre e cercare di non commettere più questi errori che portano alla morte. 

Suhani Sharma, 3B

 

Vorrei dire che sono pienamente d'accordo con la frase pronunciata dal signor Goruppi alla fine dell'incontro: "Non odiate mai, perché è stato l'odio a creare tutto questo!". Vorrei aggiungere che noi generazioni future ci impegneremo affinché questo tipo di torture non vengano più subite da nessuno, ci impegneremo ad eliminare la parola "razza" e a mantenere la pace che queste persone hanno creato donando la loro vita. 

Serena Pagliari, 3B

 

La testimonianza del signor Goruppi è stata molto toccante. Mi sono commosso quando ha parlato delle condizioni di vita nei campi di concentramento. Ho anche capito che la sua serenità è dovuta al fatto che è riuscito a perdonare i suoi aguzzini. 

Matteo Guerreschi, 3B